In questa lezione imparerai:
- Le tappe principali dell'invenzione del pianoforte
- Le migliorie tecniche
- Come si è diffuso in Europa
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Le origini 1688

Bartolomeo Cristofori, un costruttore di clavicembali nato a Padova, inizia a lavorare presso la corte di Cosimo III de’ Medici a Firenze come “custode degli strumenti”: aveva la responsabilità della manutenzione dei clavicembali ma non si limita a questo, infatti dieci anni dopo…
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Primi tentativi 1698
…Cristofori inizia i primi esperimenti per costruire un nuovo strumento, un clavicembalo che possa realizzare differenze di volume: piano, forte e tutte le sfumature intermedie. Per questo però è necessario cambiare il meccanismo di produzione del suono: nel clavicembalo le corde venivano pizzicate, nel nuovo strumento vengono percosse da martelli.
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L'invenzione 1700
Dopo due anni, stando alle testimonianze del tempo, Bartolomeo Cristofori riesce finalmente nei suoi intenti. Il problema che ha dovuto superare non era semplice, ovvero far allontanare il martello dalla corda subito dopo che la corda è stata percossa, anche se il tasto rimane premuto, in modo che la corda sia libera di vibrare. Questo meccanismo viene chiamato “scappamento” perchè il martelletto “scappa” indietro appena ha percosso la corda. Cristofori chiama il suo strumento “Arpicimbalo” e successivamente “Gravicembalo col piano e col forte”
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La notizia circola 1711
La nuova invenzione viene descritta in un articolo di Scipione Maffei pubblicato sulla rivista “Il Giornale dei letterati d’Italia”
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Nel frattempo... 1720-22
Bartolomeo Cristofori costruisce lo strumento conservato al Metropolitan Museum e che è il più antico esemplare di pianoforte giunto fino a noi e due anni dopo termina lo strumento custodito nel Museo degli Strumenti Musicali di Roma. Come è normale per i clavicembali di quel periodo, la tastiera copre un registro di 4 ottave e mezza.
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La notizia arriva in Europa 1725
La rivista Musikalische Kritik di Amburgo pubblica la traduzione in tedesco dell’articolo di Scipione Maffei. Il costruttore di clavicembali tedesco Gottfried Silbermann dopo aver letto l’articolo inizia a cercare di riprodurre la tecnica di Cristofori.
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Bach e il pianoforte (1) 1726
Silbermann mostra a Johann Sebastian Bach uno dei suoi pianoforti: Bach lo critica dicendo che il suono è troppo flebile e i tasti troppo pesanti. Secondo una testimonianza Silberman inizialmente prese molto male queste critiche ma poi lavorò duramente per migliorare il pianoforte e superarne i difetti - vai all’approfondimento
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Un pianoforte più moderno 1732
Silbermann costruisce un pianoforte che lo soddisfa interamente; in questi anni introduce anche un meccanismo che permetteva di sollevare tutti gli smorzatori: è l’antenato del moderno pedale di risonanza, ma essendo azionato a mano era piuttosto scomodo da usare
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Sonate per pianoforte 1732
In quest’anno il compositore italiano Ludovico Giustini scrive una raccolta di 12 sonate e le chiama “Sonate da cimbalo di piano e forte”
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In verticale 1739
Domenico Del Mela, un allievo di Bartolomeo Cristofori, costruisce il primo pianoforte verticale, prendendo a modello il Clavicytherium, un clavicembalo verticale, e modificando la meccanica in modo che i martelli possano colpire le corde non più dal basso verso l’alto ma in orizzontale. Era anche detto “pianoforte giraffa”.

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Alla corte del re 1745
Verso quest’anno (la data non è certa) il Re Federico il Grande di Prussia, flautista dilettante e grande amante della musica, compra una serie di pianoforti di Silbermann: due sono giunti fino a noi e sono conservati nel Palazzo Reale di Potsdam
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Bach e il pianoforte (2) 1747
Johann Sebastian Bach visita il figlio Carl Philipp Emanuel, musicista alla corte di Federico il Grande di Prussia, e lì ha l’occasione di provare di nuovo i pianoforti di Silbermann: sembra che questa volta gli piacquero, tanto da acquistarne uno per la propria collezione di strumenti.
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Il pianoforte va in Inghilterra 1760
Johannes Zumpe, allievo di Silbermann, si trasferisce a Londra dove fonda una ditta di costruzione di pianoforti
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I pedali 1772
L’olandese Americus Backers, un altro allievo di Silbermann trasferito a Londra, costruisce un pianoforte con due pedali: quello di sinistra sposta la tastiera e la martellliera in modo che venga colpita una corda sola invece che due (pedale del piano), quello di destra solleva tutti gli smorzatori permettendo di allungare il suono e di mandare in risonanza tutte le corde. Entrambi i meccanismi erano presenti sui pianoforti del tempo ma spesso erano azionati a mano, con grande scomodità per l’esecutore.
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Mozart e il pianoforte 1777
Mozart a Vienna suona alcuni strumenti di Andreas Stein, un allievo di Silbermann che aveva perfezionato ulteriormente la meccanica, e in una lettera al padre ne loda il suono e il funzionamento; in questi anni Stein, che non conosce il pianoforte costruito qualche anno prima da Backers, introduce un pedale a ginocchio che solleva gli smorzatori.
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Il pianoforte va in Francia 1777
Il costruttore di origine tedesca Sebastian Erard si trasferisce a Parigi e lì costruisce il suo primo pianoforte: in pochi anni i pianoforti Erard diventano i più apprezzati in Europa, in concorrenza diretta con quelli altrettanto famosi di Stein.
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Miglioramenti 1821
Sebastian Erard inventa il doppio scappamento, un meccanismo che consente al tasto di essere risuonato senza risalire completamente e che oggi è normalmente presente in tutti i pianoforti a coda.
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Un pianoforte più forte 1840
Si cominciano a costruire pianoforti con l’arpa in metallo invece che in legno: l’arpa in metallo consente di dare alle corde una tensione maggiore, e questo permette di produrre un suono più forte e che dura più a lungo.
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L'arpa in ghisa 1859
La casa di pianoforti Steinway & sons brevetta l’arpa in ghisa fusa in un unico pezzo, che si usa tuttora: questo brevetto rende Steinway & Sons il principale produttore mondiale del pianoforte. Con questa innovazione lo sviluppo del pianoforte può dirsi completo.
