Sappiamo che Johann Sebastian Bach, che fu il più grande compositore dell’epoca barocca (e secondo molti fu il più grande di tutti i tempi), non scrisse nulla per pianoforte. Vissuto in Germania tra il 1685 e 1750, nella cosiddetta “epoca d’oro” del clavicembalo, scrisse però moltissime composizioni sia per clavicembalo che per un altro importantissimo strumento a tastiera, l’organo.
Eppure, non c’è pianista che fin dai primi anni di studio non suoni musica di Bach, e chi prosegue lo studio del pianoforte anche ai livelli più alti, continua a suonare le sue composizioni. Perchè? Innanzitutto, non c’è nessuna difficoltà a suonare al pianoforte musiche scritte per il clavicembalo: l’aspetto della tastiera è identico e quindi l’approccio “di base” (la lettura e l’esecuzione delle note) è uguale. Naturalmente il pianoforte offre una dimensione espressiva molto diversa da quella del clavicembalo e quindi il risultato sonoro e le possibilità interpretative sono diverse.
Alcune delle composizioni di Bach che si studiano nei primi anni di studio sono relativamente semplici, sono Minuetti e altri tipi di danze tipiche dell’epoca tratti dal “Quaderno di Anna Magdalena”, una raccolta che Bach scrisse per la seconda moglie, Anna Magdalena, che voleva imparare a suonare il clavicembalo.
Già da questi brani didattici si vede subito il tipo di difficoltà che caratterizza la musica di Bach e che lo rende così importante per lo studio del pianoforte e della musica in generale. Spesso la musica di Bach non è basata semplicemente su un abbinamento di melodia e accompagnamento, ma su una scrittura contrappuntistica in cui due o più linee melodiche sono sovrapposte, mantenendo ciascuna una sorta di autonomia. Questo tipo di scrittura, detto anche “polifonia” impegna la nostra capacità di coordinamento e di controllo, facendoci sviluppare queste due fondamentali abilità. Inoltre, la musica di Bach è bellissima!
Il contrappunto caratterizza moltissime composizioni di Bach: alcune di queste si studiano ad un livello intermedio, come ad esempio le “Invenzioni a due voci”, in cui ciascuna mano suona una voce indipendente: il principio è simile a quello del canone.
Ascolta l’Invenzione a due voci n. 4 e osserva la partitura:
Ascolta l’Invenzione a due voci n. 8 e segui l’elaborazione grafica delle due voci:
Ad un livello di difficoltà maggiore troviamo le “Invenzioni a tre voci” in cui come dice il titolo le voci sono tre: una delle voci passa continuamente dalla mano destra alla sinistra e questo rende le cose piuttosto difficili da gestire! È un po’ come un giocoliere che dopo aver imparato a lanciare due palline ne introduce una terza, aumentando il livello di difficoltà…
Osserva e ascolta il tema dell’Invenzione a tre voci n. 3 e poi cerca di seguire la partitura completa e riconoscere le ripetizioni del tema

Tra le opere più importanti, e che vengono studiate nei corsi superiori di pianoforte, vi è il Clavicembalo ben temperato, un’opera in due volumi che tocca un problema di acustica musicale che interessava l’accordatura degli strumenti a tastiera. Nel 1691 lo scienziato tedesco Andreas Werckmeister aveva teorizzato il temperamento (ovvero accordatura) equabile, che divideva l’ottava in dodici semitoni tutti uguali: i sistemi di accordatura in vigore fino ad allora non dividevano l’ottava in dodici semitoni uguali, il che rendeva difficile se non impossibile passare da una tonalità all’altra. Bach dimostrò l’applicabilità del temperamento equabile scrivendo per ciascun volume del Clavicembalo ben temperato 24 coppie di Preludi (un brano in forma libera) e Fughe (un brano in stile contrappuntistico, a tre, quattro o perfino 5 voci), ciascuno costruito su uno dei dodici semitoni della scala, dodici nella tonalità maggiore e dodici in quella minore. Si parte con Do maggiore e minore, si prosegue con do # maggiore e minore così via fino a Si maggiore e minore.
Oltre alle composizioni per tastiera Bach scrisse anche per altri strumenti, per orchestra e per voci soliste e coro: le sue composizioni sono elencate con il sistema di catalogazione BWV, o Bach-Werke-Verzeichnis (“Catalogo delle opere di Bach”) e sono quasi 1200!
